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Huawei Mate 10 Pro: le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale

Cari appassionati di tecnologia, è in arrivo una novità: Huawei Mate 10 Pro. Lo smartphone sarà disponibile in Italia a partire da metà novembre nei colori Midnight Blue e Titanium Gray. Chiamarlo smartphone, tuttavia, è decisamente riduttivo.

Huawei Mate 10 Pro

Il nuovo Huawei Mate 10 Pro è il primo dispositivo ad adottare il processore AI per dispositivi mobili. Stiamo parlando di intelligenza artificiale, per la prima volta applicata ad uno smartphone. Grazie al nuovo processore Kirin 970, presentato a Berlino in occasione di IFA, Huawei Mate 10 Pro sarà in grado non solo di offrire prestazioni migliori ed un rendimento energetico superiore (se confrontato ad esempio con quattro core  Cortex-A73) ma diventerà anche lo smartphone più veloce al mondo. Inoltre, sempre grazie al nuovo processore, questo device super tecnologico sarà dotato di Real-Time scene AI-powered e sarà in grado di riconoscere gli oggetti. Insomma, Huawei questa volta si è spinto ai limiti della fantascienza. Non siamo in un romanzo di Asimov e nemmeno all’interno del film “2001: Odissea nello spazio“: è tutto vero!

L’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale inizierà ad entrare a far parte nelle nostre vite. Non stiamo parlando di robot dall’aspetto umano. Si tratta di semplici dispositivi mobili. Quelli che un tempo erano chiamati banalmente telefoni cellulari, che servivano a chiamare e mandare messaggi, utilizzati per comunicare lo stretto necessario.Oggi invece gli smartphone sono dotati di funzioni sempre più disparate. Attualmente possiamo fare tutto grazie ad un oggetto che sta nel palmo della nostra mano: foto, video, ricerche online e non solo! Possiamo monitorare la nostra salute, giocare, prendere appunti, comunicare con chi è dall’altra parte del mondo e molte altre cose.

Il telefono è intelligente

Ecco quindi che l’intelligenza artificiale applicata allo smartphone sembra proprio una logica conseguenza dell’evoluzione del “telefono cellulare”. Dopotutto, “smart” significa intelligente. Cos’altro potevamo aspettarci?

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