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Meta Mark Zuckerberg

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Ultime novità di Meta: P92, 10mila licenziamenti e il mancato accordo con la SIAE

Nell’ultimo periodo Meta si è ritrovata sui titoli di giornale per diversi motivi… Sono di pochi giorni fa le notizie dei 10mila licenziamenti e di P92, il social che vorrebbe far concorrenza a Twitter. Ma la notizia che sta facendo più discutere è sicuramente il mancato accordo tra Meta e SIAE.

Capiamo insieme cosa sta succedendo all’impresa statunitense.

P92: l’alternativa di Meta a Twitter

Meta starebbe lavorando a P92, un nuovo social network decentralizzato basato esclusivamente sul testo. All’applicazione sarà possibile accedere tramite le credenziali di Instagram, mentre i nuovi utenti potranno ovviamente procedere con una registrazione da zero.

P92 è stato definito come “uno spazio separato in cui creatori e personaggi pubblici possono condividere aggiornamenti tempestivi sui loro interessi”.

L’applicazione, il cui nome in codice è P92, sembra quindi essere molto simile a Twitter.

Secondo round di licenziamenti per Meta: licenziate 10mila persone

Meta nei prossimi due mesi prevede di licenziare 10mila lavoratori e chiudere 5mila ruoli rimasti aperti; l’annuncio è stato dato direttamente da Mark Zuckerberg in una lettera ai dipendenti.

In particolare, si prevedono ristrutturazioni e licenziamenti a fine aprile nei gruppi tecnologici e a fine maggio nei gruppi aziendali.

Il primo round di licenziamenti era avvenuto a novembre 2022, con un taglio di 11mila persone.

Il personale passerà quindi ora da 86mila a 65mila unità.

Meta non ha rinnovato l’accordo con la SIAE

È mancato l’accordo tra Meta e SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), la quale raccoglie quasi tutte le canzoni protette da copyright, e infatti sono spariti moltissimi audio da Instagram.

Ma mentre su Instagram ad oggi compare l’avviso “Questa canzone non è al momento disponibile”, su Facebook invece sono stati completamente rimossi i video che contenevano canzoni.

Qual è il motivo di questa frattura? La ragione principale sarebbe il mancato calcolo degli ascoltatori: fino all’anno scorso Meta pagava alla SIAE una quota forfettaria annuale senza fornire dati precisi sul pubblico. SIAE però ora avrebbe voluto far valere la direttiva sul copyright approvata nel 2019 dal Parlamento europeo, ricevendo più informazioni sugli ascolti.

Come influirà questa rottura su artisti e influencer?

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