Robot Hifusk vince il Kuka Innovation Award 2020
Robot Hifusk è stato creato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Al posto del bisturi utilizza gli ultrasuoni focalizzati e vince il Kuka Innovation Award 2020.
Il Robot Chirurgo Hifusk
Non tutti i medici hanno bisogno del bisturi per operare i pazienti. Il robot chirurgo Hifusk (High Intensity Focused Ultrasound Surgery based on Kuka robot) usa gli ultrasuoni al posto del bisturi. Hifusk si adatta ai movimenti indotti dal respiro del paziente.
Con questa creazione la Scuola S. Anna di Pisa è riuscito a vincere il “Kuka Innovation Award 2020, Medical Robotics Challenge”, assegnato da Kuka, azienda leader nella produzione di robot.
Le caratteristiche del robot chirurgo Hifusk
Nessuna incisione, nessuna anestesia, nessun ricovero: usa gli ultrasuoni al posto del bisturi, adattandosi ai movimenti indotti dal respiro del paziente.
Tra le tecniche chirurgiche, quella a ultrasuoni focalizzati ha tutte le caratteristiche per risultare il trattamento ideale per molte patologie che colpiscono gli organi interni. Grazie alla nuova piattaforma robotica Hifusk, sviluppata dal robotico Kuka Med Lbr robot, l’intervento chirurgico può essere effettuato senza interrompe il respiro fisiologico del paziente. La tecnologia è stata validata con test di laboratorio e presto potrà essere sperimentata in modelli animali in vista di una futura sperimentazione sull’uomo.
Il team pisano guidato da Arianna Menciassi, docente all’Istituto Sant’Anna, è stato l’unico gruppo italiano tra i cinque finalisti selezionati tra oltre 40 partecipanti da tutto il mondo.
“Il nostro progetto combina la flessibilità della robotica con la potenza degli ultrasuoni focalizzati, così da aumentare la precisione e la velocità. Un’alternativa non invasiva e sicura alla chirurgia tradizionale” spiega Menciassi.
Il team che ha creato Hifusk
Il gruppo che ha creato Hifusk è composto dai due dottorandi Andrea Mariani e Laura Morchi, dalla project manager Selene Tognarelli e dagli assegnisti di ricerca. Il gruppo è riuscito a superare le quattro università finaliste: la Shanghai Jiaotong University, la Slovak University of Technology, Hamburg University of Technology e la Duke University.
di Arianna Granziero