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Swide Digital

Ue vieta a Meta di utilizzare i dati personali per il behavioural advetising

L’Edpb, Autorità europea di regolamentazione dei dati, ha imposto a Meta il divieto di pubblicità comportamentale in tutti i Paesi dell’Unione europea.

Che cos’è la pubblicità comportamentale?

La pubblicità comportamentale, o pubblicità basata sugli interessi, è una forma di pubblicità online che prevede l’erogazione di messaggi pubblicitari personalizzati su interessi ed esigenze specifiche di chi sta utilizzando uno smartphone, pc o tablet.

Gli interessi condivisi sul web sono raggruppati in funzione dei precedenti percorsi di navigazione in rete effettuati. Agli utenti vengono quindi sottoposti annunci che corrispondono ai loro interessi condivisi. In questo modo la pubblicità diventa più pertinente e più utile.

La binding decision dell’EDPB su Meta

A partire dal 31 ottobre 2023, Meta avrà una settimana di tempo per modificare la base giuridica del trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale. La decisione dell’EDPB impone, invece, una diversa base giuridica ossia il consenso dell’interessato.

Nel comunicato stampa del primo novembre 2023, l’EDPB chiarisce le sue intenzioni. Qui riportate le parole del presidente Anu Talus: «Dopo un’attenta considerazione, l’Edpb ha ritenuto necessario incaricare la Dpa di imporre un divieto di trattamento a livello dello Spazio economico europeo. Già nel dicembre 2022 avevamo chiarito che il contratto non costituisce una base giuridica adeguata per il trattamento dei dati personali. Inoltre, secondo l’Authority irlandese, Meta non ha dimostrato di aver rispettato gli ordini imposti alla fine dell’anno scorso. È giunto il momento che Meta renda conformi i propri trattamenti e interrompa quelli illeciti».

Le conseguenze della decisione dell’EDPB

A fronte di questa decisione gli scenari che si potrebbero creare sono molteplici.

È possibile che Meta adotti un filtro di ingresso, simile al cookie paywall, creando un maggiore distacco tra utente abbonato e no. Ovvero può ulteriormente distinguere tra gli utenti “premium”, che pagano una fee di ingresso, quelli ordinari, che operano sul social come oggi, e quelli che rifiutano il marketing comportamentale, a cui necessariamente sarà imposta qualche restrizione.

A breve Meta dovrà comunicare a tutti gli utenti il cambio di policy, che definirà quale scelta avrà preso la società statunitense.

L’imposizione del consenso come condizione di liceità del trattamento dei dati personali, infatti, risolve alcuni problemi, ma ne pone altri: da un lato preserva l’utente da abusi e garantisce un’adeguata base informativa; dall’altro, però, determina un quasi inevitabile aumento dei costi della piattaforma, che può rivalersi solo sui clienti, ovvero i soggetti che pagano per l’advertising, e sugli utenti, che non hanno mai magato per essere sui social.

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