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Influencer virtuali: chi sono e cosa fanno?

È impressionante quanto Emily Pellegrini, la presunta finta modella creata con l’intelligenza artificiale, sia naturale nei movimenti e nelle espressioni all’interno dei video presenti sul suo profilo Instagram. Emily è talmente naturale che viene il dubbio che sia davvero generata con l’AI!

La rapida trasformazione del panorama digitale ha portato a un cambiamento radicale nel ruolo dell’influencer tradizionale e ha dato origine a una nuova tipologia di influencer: l’influencer virtuale, un personaggio creato al computer che esiste solo in rete. Questi personaggi rappresentano un connubio tra l’avanzamento tecnologico e l’ingegno creativo umano. Gli influencer virtuali mirano a coinvolgere il pubblico online in modo autentico, influenzandone opinioni e comportamenti con le loro narrazioni di vita quotidiana.

Ma come nascono gli influencer virtuali?

Gli influencer virtuali possono nascere da diverse fonti di ispirazione, come personaggi di videogiochi, anime, manga, fumetti, film o serie TV, oppure da modelli umani reali o immaginari. Gli influencer virtuali hanno solitamente una propria identità, una storia, una personalità, uno stile e valori che li rendono unici e riconoscibili. Inoltre, hanno canali social, come Instagram, YouTube, TikTok o Twitch, dove pubblicano foto, video, storie, live e altri contenuti, che mostrano la loro vita quotidiana, le loro passioni, le loro opinioni e le loro collaborazioni con altri influencer, reali o virtuali.

Quali sono i più famosi influencer virtuali?

Tra gli influencer virtuali più noti troviamo: Lil Miquela è la star delle virtual influencer, con oltre 2,7 milioni di follower su Instagram; ed è nata nel 2016 per opera della società di Los Angeles Brud. Ha un aspetto da ragazza californiana, i capelli neri e le lentiggini. Si definisce una cantante, una modella e un’attivista. Ha collaborato con brand come Prada, Calvin Klein, Samsung e Spotify. Ha anche pubblicato diversi singoli musicali e partecipato a campagne sociali per i diritti LGBTQ+ e il Black Lives Matter.

Leya Love è una virtual influencer creata da Cosmiq Universe. La missione di Leya Love è diffondere l’amore, la compassione e la consapevolezza per il benessere del pianeta e degli esseri viventi. Leya è la leader del #WorldAwarenessMovement, un movimento che incoraggia i suoi fan a connettersi con la natura, con se stessi e con gli altri. Leya è anche un’artista NFT, una co-autrice di un libro bestseller e una speaker in eventi internazionali.

Liam Nikuro è il primo virtual influencer maschile del Giappone, creato dalla società giapponese 1sec. Si definisce un produttore musicale, un modello e un imprenditore.

Shudu Gram è la supermodella virtuale creata dal fotografo britannico Cameron-James Wilson, fondatore di The Diigitals Agency a Weymouth. Originaria del Sud Africa, ha lavorato con Cosmopolitan, Vogue, Balmain. Ha anche fatto la sua apparizione sul red carpet del BAFTA nel 2019, grazie alla realtà aumentata.

Aitana Lopez è una modella spagnola generata dall’intelligenza artificiale che viaggia per il mondo e racconta la sua vita. Aitana è il frutto della creatività di un’agenzia di modelle virtuali, The Clueless, il cui fondatore Rubeñ Cruz ha deciso di sfruttare le potenzialità dell’AI per creare un personaggio che potesse soddisfare le esigenze dei clienti e dei follower.

Vantaggi e svantaggi degli influencer virtuali

Sicuramente gli influencer virtuali offrono un controllo creativo ai loro creatori, possono esser modellati e adattati alle esigenze di branding. Gli influencer virtuali non hanno bisogno di pause, riposo o gestione delle emozioni umane, possono essere attivi sette giorni su sette. Poiché si tratta di personaggi virtuali, i rischi di comportamenti imprevisti o scandalosi sono praticamente nulli.

Tra gli svantaggi evidenziamo sicuramente l’enorme differenza a livello emotivo ed emozionale che rende gli influencer virtuali più freddi e meno genuini. In secondo luogo, la creazione di influencer virtuali richiede investimenti molto significativi in termini di tempo e risorse finanziarie, soprattutto nella loro fase iniziale e di design.

L’aspetto idealizzato di molti influencer promuove spesso standard di bellezza difficili da raggiungere, con il rischio di perpetrare un’idea del tutto irrealistica del corpo. Non sarebbe la prima volta che ciò accade, molti giovani manifestano ansia, depressione e solitudine mentre interagiscono sui social media e ciò è spesso collegato ai diversi stili di vita eccessivamente idealizzati e promossi. Gli influencer virtuali dunque, potrebbero arricchire questo scenario, peggiorandolo ulteriormente, poiché descrivono uno stile di vita perfetto che, di fatto, non è reale.

È ancora troppo presto per capire il destino degli influencer virtuali, racchiudono un grande potenziale che deve essere sfruttato in modo etico e responsabile. Si tratta di una nuova frontiera del digitale, tutta da scoprire e monitorare e, al momento, sono un ottimo modo per incrementare gli acquisti reali e coinvolgere il proprio pubblico.

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